Mango li Cani, la fruit beer che parte dolce e finisce amara.

Terza fugace di casa Hibu, la Mango li Cani viene imbottigliata fra maggio e giugno

Manco tu fossi assetato, manco l’estate fosse alle porte e lo spacciatore di fiducia di frutta del birrificio avesse messo da parte qualche cassetta di troppo di manghi succosi e profumati.

Ecco, “Mango li cani” è come il bambino preso con le dita nella marmellata: una fruit beer generosa (5,4 gradi d’alcol) e amara al punto giusto (28 ibu) con lo sguardo birichino, uscita ora ora dallo stabilimento artigianale brianzolo di Burago di Molgora.

Per disegnarne l’etichetta il nostro mastro illustratore Giuseppe Ferrario si è ispirato ad Ettore, il cane del birrificio. Che proprio abboccaticcio non si può definire, lui mangia solo costolette barbecue (e qui apriamo un’altra storia che concretizzeremo a luglio in una sfida all’ultimo forchettone), manghi e ogni tanto si concede di fiutare una fruit beer.

Ecco perché gli è stata dedicata: aroma tropicale spinto ed evidenti tracce agrumate a bilanciare il rapporto fra dolcezza e amaro. Come si chiede ad una bevuta che deve chetare l’arsura, una birra di colore ambrato carico, con riflessi arancio, schiuma fine e compatta che neppure la lingua lunga di Ettore riesce a domare. Beverina si adatta a questo preciso momento in cui la primavera si trasforma in estate. Non a caso è una “fugace”, una delle ricette che Raimondo crea per due mesi all’anno (in questo caso maggio e giugno, dopodiché sotto alla prossima). Secca, con un’entrata iniziale dolce dovuta proprio alla scelta di Ettore (ops, di Raimondo Cetani, il mastro birraio) di aggiungere manghi a volontà, che sul finale si trasforma in una gradevole sensazione di pulizia. Quasi quasi tendente all’amarognolo. Anzi, senza il quasi. Ed Ettore beve.